La maggior parte degli sportivi si dedica solitamente all’attività sportiva dilettantistica, questo anche perché entrare a far parte dei professionisti veri e propri e spesso difficile.
Non dimentichiamo che è peggio parlare di soldi e sport. Ci viene spesso ripetuto che “lo sport si fa per passione non per guadagnare”. Sicuramente alla base deve esserci una forte passione, ma la retribuzione per un sacrificio compiuto è importante.
Bisogna riconoscere il valore di chi riesce, con tenacia e determinazione, a raggiungere risultati importanti, non dimentichiamoci poi che spesso gli atleti sono un vero e proprio motivo di orgoglio ber un Paese.
Gli atleti che hanno partecipato a Tokyo 2020 ad esempio sono stati premiati dal CONI in caso di vittoria con 150 mila euro per aver portato a casa un oro, 75 mila un’argento e 50 mila un bronzo.
Differenze tra professionisti e dilettanti
Per definizione parliamo di sport professionistici quando ci riferiamo a sportivi che ricevono compensi in denaro per praticare l’attività sportiva. Mentre l’attività dilettantistica non ha una vera e propria definizione infatti per individuare le attività sportive dilettantistiche è necessario operare per differenza. Sostanzialmente, un’attività pagata e continuativa, se svolta in un settore sportivo non dichiarato professionistico dalla federazione, deve essere considerata attività dilettantistica.
Allora cerchiamo di capire in base a quali criteri si può essere remunerati quando si svolgono attività dilettantistiche:
Possono essere pagati sia gli atleti che svolgono un’attività sportiva per lungo periodo presso associazioni ed enti sportivi. Classico esempio è quello degli atleti. Sciatori, tennisti, giocatori di pallavolo, di pallacanestro femminile, di rugby e così via. Questa categoria non comprende solo gli atleti, ma anche altre categorie di soggetti ad essi collegati: tecnici di vertice, istruttori di nuoto, di tennis, di aerobica, arti marziali, ecc.
Compensi dell’attività sportiva dilettantistica
Sono previste tre diverse forme di compenso per gli sportivi dilettanti, che di seguito andremo ad analizzare. In particolare, si tratta di:
- Rimborso forfettario: o indennità di trasferta è un compenso al cui pagamento non occorrono giustificativi di spesa. Semplicemente o viene erogato dalla società sportiva un compenso che non è soggetto a tassazione IRPEF, fino al superamento delle seguenti soglie: 46,48 euro al giorno in caso di trasferta nel territorio italiano oppure 77,47 euro per le trasferte all’estero. In questi importi non devono essere considerate le spese di viaggio e di trasporto.
- Rimborso analitico: completamente escluso da tassazione. Questo rimborso riguarda le spese sostenute per vitto, alloggio, viaggio e trasporto. lo sportivo dilettante è tenuto a rilasciare una ricevuta non fiscale con allegati i giustificativi di spesa.
- Rimborso in forma mista: comprende sia l’indennità di trasferta che il rimborso delle spese documentate. Si tratta della tipologia di rimborso più comune e spesso viene rilasciato anche senza la presenza di un documento giustificativo, la ricevuta.
Le collaborazioni sportive rese a fini istituzionali in favore delle associazioni e società sportive dilettantistiche riconosciute dal CONI sono ricondotte a contratti di collaborazione coordinata e continuativa perciò è necessario:
- verificare che l’attività svolta sia riconosciuta nell’elenco del CONI tra quelle rientranti nella disciplina sportiva dilettantistica;
- Comunicare al Centro per l’Impiego lo svolgimento di questa attività;
- predisporre il cedolino paga;
- compilazione Certificazione UNICA.